Il Dispacciamento Elettrico e la nuova Riforma
Vi è mai capitato di leggere sulla bolletta dell’energia elettrica la voce “dispacciamento”?
Cos’è il dispacciamento elettrico?
L’energia elettrica non si può immagazzinare. È quindi necessario produrre, istante per istante, la quantità di energia richiesta dall’insieme dei consumatori (famiglie e aziende) e gestirne la trasmissione in modo che l’offerta e la domanda siano sempre in equilibrio, garantendo così la continuità e la sicurezza della fornitura del servizio.
La gestione di questi flussi di energia sulla rete si chiama dispacciamento.
Tale attività viene svolta da Terna – società italiana proprietaria dell’infrastruttura per la distribuzione dell’energia tramite i tralicci dell’alta tensione – e richiede il monitoraggio dei flussi elettrici e l’applicazione delle disposizioni necessarie per la coordinazione dei vari elementi del sistema, cioè gli impianti di produzione, la rete di trasmissione e i servizi ausiliari.
Fino a pochi anni fa, dispacciare l’energia elettrica significava coordinare la produzione delle centrali termoelettriche tramite il Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD). Nella pratica, Terna utilizza l’MSD per approvvigionarsi dell’energia necessaria per mantenere costante il sopracitato equilibrio. Ma con l’aumentata penetrazione delle risorse rinnovabili (soprattutto eolico e fotovoltaico), il tradizionale modello di gestione è apparso inadeguato.
Ragione per cui, ARERA e Terna hanno lavorato alla riforma del dispacciamento elettrico, definendo un nuovo modello che permetta a tutte le risorse della rete di assumere un ruolo. Il 28 luglio ARERA ha approvato il TIDE, il nuovo Testo Integrato che, a partire dal 2025, permetterà la piena partecipazione al sistema elettrico delle rinnovabili, della generazione diffusa, dell’accumulo, degli aggregatori e dei consumatori.
Il dispacciamento si paga in bolletta ed è una voce variabile della spesa materiale energia, che si calcola in base ai kWh consumati.