Far male all’ambiente è un crimine. Arrivano nuovi reati e sanzioni.
La criminalità ambientale è la quarta attività criminale al mondo, e una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata, insieme al traffico di droga e armi e alla tratta di esseri umani.
L’Unione Europea ha messo a punto un nuovo testo in cui si identificano altre fattispecie di reato ambientale. Tra queste: il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche e l’inquinamento provocato dalle navi.
Nel testo figurano anche i cosiddetti reati qualificati, ovvero quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio, come, ad esempio, gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.
I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni.
La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE e gli Stati membri avranno poi due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.
Introdotto anche l’obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione che abbiano ad oggetto il problema del crimine contro l’ambiente.
Ilaria Fusco